Carmelo Samonà

Carmelo Samonà nasce a Palermo nel 1926.

Figlio dell’architetto e urbanista palermitano Giuseppe Samonà (1898-1983) e della musicologa Teresa Favara (1899-1972), si laurea nel 1948 in Lettere presso la Sapienza di Roma con una tesi in Storia moderna con il professor Angelo Monteverdi.

Dal 1961 ricopre il ruolo di professore ordinario presso il magistero e dal 1973 ha una cattedra di Lingua e letteratura spagnola alla Sapienza di Roma.

Negli anni Cinquanta e Sessanta fonda tra due tra le prime e maggiori riviste nazionali di studi ispanici, «Quaderni di letteratura spagnola della facoltà di Magistero» (1953-1954) e «Studi di letteratura spagnola» (1964-1970) e nel 1987 fonda, con Guido Mancini, Inoria Pepe Sarno e Lore Terracini, l’Istituto di letteratura spagnola della facoltà di magistero di Roma.

Tra i fondatori, negli anni Settanta, dell’AISPI (Associazione ISPanisti Italiani), Samonà privilegia ricerche sulla Letteratura spagnola del Seicento (tra le quali Carmelo Samonà, Ippogrifo violento. Studi su Calderón, Lope e Tirso, Milano, Garzanti, 1990), sulla Spagna del Novecento e sulla comparatistica italo-spagnola.

Tra il 1976 e il 1989 collabora col quotidiano «La Repubblica» scrivendo articoli dedicati alla letteratura spagnola, poi raccolti all’interno del volume postumo Scritture di Spagna e d’America (a cura di S. Arata, Roma, Bagatto, 2003).

All’età di cinquant’anni avvia una scrittura narrativa intensa e partecipata dedicata ai temi del disagio mentale e della reclusione fisica e mentale: nel 1978 esce infatti il romanzo Fratelli (Torino, Einaudi, 1978), al quale seguono Il custode (Torino, Einaudi, 1983) e il postumo Casa Landau (Milano, Garzanti, 1990). Oltre alla trilogia, suoi sono anche il racconto L’esitazione (1990) – oggi presente nell’edizione Sellerio di Fratelli –, la pièce teatrale Ultimo seminario e Cinque sogni.

Fratelli

Fratelli

Einaudi, Torino, 1978

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