Fratelli

a cura di Cecilia Spaziani

Il modo convulso che egli ha di scomparire e riemergere dall’interno delle traverse mi indica, inoltre, un disegno più vasto di una semplice deviazione nel cuore della città: è un viaggio ai limiti del possibile, giacché tradisce una volontà di presenza simultanea  in tutti i luoghi esplorati. Mi sembra, a volte, che mio fratello si trovi fisicamente in ognuna delle traverse e in ognuna delle traverse si perda e da ogni curva venga espulso e restituito al viale centrale (e dunque all’idea dei giardini  e a me) tutto in un solo istante.

Quest’essere e non essere contemporaneamente in più luoghi […] è ciò che determina, forse, l’immobilità in cui giacciono gli alberi della villa. Mentre tutto si muove e si scompagina ai lati del grande viale, dove spendiamo energie e tempo – l’infinito tempo che può essere racchiuso in un solo istante – per visitare spazi marginali, viscere cittadine  che non hanno nulla a che fare col nostro progetto.

Carmelo Samonà

Fratelli

Nota generale al testo Bibliografia critica
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marginali


In un testo di massimo 2000 battute (spazi inclusi) prova a riflettere sui concetti di ‘margine’ e ‘centro’ nell’epoca contemporanea. In che modo i due mondi coesistono? Come (e se) dialogano?

convulso 


Quale significato attribuisce l’autore al termine “convulso”: a. agitato; b. frenetico; c. alternando momenti di presenza a momenti di assenza.

viale 


Via Dante, Palermo

traverse


Quattro Canti, Palermo

città:


Nel romanzo la città (seppur senza nome) assume un valore centrale. La seconda parte del romanzo si svolge infatti in strada, nell’isolato che ospita il palazzo nel quale risiedono i fratelli. Elemento vivo e vitale, l’ambiente esterno scatena nei due protagonisti sentimenti contrastanti: se il fratello ‘malato’ si apre al contatto con l’esterno, in particolare con la natura, il fratello ‘sano’ è spaesato, impaurito quasi dalla vivacità dell’altro e dal suo allontanamento, seppur momentaneo, tra le vie e i crocicchi.

viscere cittadine


Cosa intende l’autore per “viscere cittadine”? Perché secondo te utilizza il termine “viscere”?

marginali


In un testo di massimo 2000 battute (spazi inclusi) prova a riflettere sui concetti di ‘margine’ e ‘centro’ nell’epoca contemporanea. In che modo i due mondi coesistono? Come (e se) dialogano?

Quest’essere e non essere contemporaneamente in...


[1] Negli ultimi anni i social (Facebook, Instagram, ecc) stanno permettendo la costruzione di reti e gruppi senza il bisogno di reali incontri e rapporti interpersonali. Come vedi questa tendenza? Attraverso un lavoro di Debate, di confronto e di dibattito fate emergere 2-3 tesi; create poi dei gruppi e lavorate al sostegno di ogni tesi (anche con l’utilizzo di strumenti informatici); al termine del lavoro (tempo consigliato: un’ora) dibattete sul tema presentando all’intera classe le questioni e sostenendo le tesi in modo coinvolgente.

giardini  


Hai mai riflettuto sull’ambiente (alberi, parchi, giardini) come elementi utili alla formazione dell’individuo? Ritieni che gli spazi verdi possano essere utili alla società che abita e che dunque vive quotidianamente quegli spazi? Quello dello spazio e dell’ambiente è un tema interessante intorno al quale docenti e studenti possono costruire un progetto didattico o un attraversamento tematico che considerino autori, autrici e opere e rileggano i classici in chiave ambientale.

presenza simultanea


Negli ultimi anni gli Stati stanno investendo molto per ridurre i tempi e accorciare le distanze. Come valuti tali investimenti? Ritieni che l’evoluzione tecnologica e gli investimenti sulle infrastrutture possano contribuire a una vita migliore degli individui? In che termini?

convulso 


Quale significato attribuisce l’autore al termine “convulso”: a. agitato; b. frenetico; c. alternando momenti di presenza a momenti di assenza.

gli alberi della villa


La natura e in particolar modo gli alberi svolgono un ruolo emblematico non solo nel romanzo Fratelli, ma anche nell’ultimo postumo Casa Landau, in questo caso punto di riferimento per la formazione del giovane studente protagonista. Scrive infatti Samonà: «[la villa] era d’una vastità ben maggiore di quella che potevo intuire guardando dalla città. Pareva come se si perdesse nella campagna; e tuttavia la qualità stessa degli alberi, le tracce di sentieri segnati chissà quando da mani esperte, e, all’improvviso [...] un sedile ormai ricoperto di foglie secche sembravano rammentare a chi si spingeva fin là che quella era sempre una villa e che non si era ancora usciti dai suoi confini. Io, per la verità non trovai mai il muro di cinta che mi aspettavo, ricoperto di edera e muschio, segno sicuro di un limite della villa» (Carmelo Samonà, Casa Landau, Milano, Garzanti, 1990, p. 117).

viale 


Via Dante, Palermo

traverse 


Quattro Canti, Palermo

 

città :


Nel romanzo la città (seppur senza nome) assume un valore centrale. La seconda parte del romanzo si svolge infatti in strada, nell’isolato che ospita il palazzo nel quale risiedono i fratelli. Elemento vivo e vitale, l’ambiente esterno scatena nei due protagonisti sentimenti contrastanti: se il fratello ‘malato’ si apre al contatto con l’esterno, in particolare con la natura, il fratello ‘sano’ è spaesato, impaurito quasi dalla vivacità dell’altro e dal suo allontanamento, seppur momentaneo, tra le vie e i crocicchi.

scomparire e riemergere


Appena messo piede in strada, il fratello ‘malato’ si allontana dall’altro, scomparendo e dopo poco riemergendo tra le vie della città. È quest’ultima, infatti, la chiave del cambiamento. Il caos della città e la presenza dei passanti non lo irretiscono ma al contrario lo spronano al rapporto con il mondo.

Momento centrale nel processo di formazione sarà l’incontro con «la donna col cane zoppo», figura emblematica dell’intera narrazione: «E mi spinge […] a metter in primo piano il ruolo con cui la sconosciuta dovette conquistarsi gran parte della nostra fiducia, e che direi di guida, o timoniere, dei nostri percorsi: esperta, dunque, di strade, case, mercati, scorciatoie, piazzette, vicoli, crocicchi e ritrovi inconsueti della città» (p. 106).

Fratelli


Tra le pagine di Fratelli, queste centrali impongono una necessaria riflessione sull’ambiente cittadino e sul contesto naturale, sul ruolo dunque che Samonà gli attribuisce anche in relazione al disagio mentale. Mentre la prima parte dell’opera si svolge infatti tra le accoglienti e tradizionalmente protettive mura domestiche, la seconda è invece caratterizzata dalla discesa dei due fratelli nel cuore della città. Il parco e l’albero diventano l’obiettivo delle passeggiate quotidiane, punto di partenza ma anche di arrivo, inizio e fine di un iter reale e immaginario che costantemente i protagonisti ripetono ogni giorno. Il perdersi e il ritrovarsi, i sentimenti di paura del fratello ‘sano’ e l’eccitazione del ‘malato’ di fronte a essi e le relazioni con gli altri individui possono essere tradotti come lo strumento necessario alla formazione di entrambi.

Cecilia Spaziani


Cecilia Spaziani è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università LUMSA di Roma e, presso la medesima Università, è docente a contratto di Letteratura per l’integrazione sociale. È inoltre docente a contratto di Letteratura italiana presso l’Università degli Studi Guglielmo Marconi di Roma. Ha conseguito il titolo di Dottoressa di ricerca presso La Sapienza Università di Roma. È cultrice della materia di Letteratura italiana moderna e contemporanea presso il Dipartimento di Lettere e Culture Moderne della Sapienza. È nella Redazione della piattaforma Diletteratura ed è componente, tra gli altri, dei seguenti gruppi di ricerca: Il testo digitale nella didattica della letteratura: risorse, acquisizioni scientifiche recenti, e-learning (LUMSA) e I carteggi inediti dell’archivio Laterza e la cultura letteraria del Novecento (Sapienza). Ha fatto parte di comitati organizzativi di numerosi convegni tra i quali La poesia che cura. Incontro con Daniele Mencarelli (LUMSA, 2023), Il giallo ti dona: indagini poliziesche al femminile (LUMSA, 2023), Scrittura, editoria e giornalismo tra cambiamento e nuove sfide (Sapienza, 2018). Ha partecipato come relatrice a numerosi convegni nazionali e internazionali.

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Carmelo Samonà nasce a Palermo nel 1926.

Figlio dell’architetto e urbanista palermitano Giuseppe Samonà (1898-1983) e della musicologa Teresa Favara (1899-1972), si laurea nel 1948 in Lettere presso la Sapienza di Roma con una tesi in Storia moderna con il professor Angelo Monteverdi.

Dal 1961 ricopre il ruolo di professore ordinario presso il magistero e dal 1973 ha una cattedra di Lingua e letteratura spagnola alla Sapienza di Roma.

Negli anni Cinquanta e Sessanta fonda tra due tra le prime e maggiori riviste nazionali di studi ispanici, «Quaderni di letteratura spagnola della facoltà di Magistero» (1953-1954) e «Studi di letteratura spagnola» (1964-1970) e nel 1987 fonda, con Guido Mancini, Inoria Pepe Sarno e Lore Terracini, l’Istituto di letteratura spagnola della facoltà di magistero di Roma.

Tra i fondatori, negli anni Settanta, dell’AISPI (Associazione ISPanisti Italiani), Samonà privilegia ricerche sulla Letteratura spagnola del Seicento (tra le quali Carmelo Samonà, Ippogrifo violento. Studi su Calderón, Lope e Tirso, Milano, Garzanti, 1990), sulla Spagna del Novecento e sulla comparatistica italo-spagnola.

Tra il 1976 e il 1989 collabora col quotidiano «La Repubblica» scrivendo articoli dedicati alla letteratura spagnola, poi raccolti all’interno del volume postumo Scritture di Spagna e d’America (a cura di S. Arata, Roma, Bagatto, 2003).

All’età di cinquant’anni avvia una scrittura narrativa intensa e partecipata dedicata ai temi del disagio mentale e della reclusione fisica e mentale: nel 1978 esce infatti il romanzo Fratelli (Torino, Einaudi, 1978), al quale seguono Il custode (Torino, Einaudi, 1983) e il postumo Casa Landau (Milano, Garzanti, 1990). Oltre alla trilogia, suoi sono anche il racconto L’esitazione (1990) – oggi presente nell’edizione Sellerio di Fratelli –, la pièce teatrale Ultimo seminario e Cinque sogni.

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Fratelli (1978) è la prima prova narrativa di Carmelo Samonà alla quale seguirono, nell’arco di pochi anni, gli altri due romanzi Il custode (1983) e il postumo Casa Landau (1990), con i quali si chiude la trilogia dell’autore.

Caratterizzato da una prosa limpida e asciutta, il romanzo ha come protagonisti due fratelli, uno dei due accudito dall’altro perché affetto da una forma non precisata di disagio mentale; di entrambi non si conosce il nome, come anche indefinito risulta il numero delle stanze del «vecchio appartamento» nel quale i due vivono simbioticamente in un contesto cittadino anch’esso vago nei suoi riferimenti spaziali, adattabile dunque a qualsiasi luogo. Se la prima parte del romanzo si svolge tra le mura accoglienti e protettive della casa, la seconda si ambienta invece all’esterno, tra itinerari reali e immaginari definiti «Grandi» e «Piccoli Viaggi».

«La partita tra loro è di parole, e l’oggetto del contendere è il significato, di termini, oggetti, gesti, ricordi: quindi vi si svolge la lotta eterna per difendere il confine della normalità dalla minaccia dell’assurdo, che la normalità combatte col senso di colpa e la coscienza di non avere in fondo più ragioni» (quarta di copertina di Carmelo Samonà, Fratelli, Palermo, Sellerio, 2018).

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  • Antonino Bucca, Il linguaggio del corpo e l’esperienza psicotica nell’opera narrativa Fratelli di Carmelo Samonà, in Origine e sviluppo del linguaggio, fra teoria e storia, Atti del XV congresso nazionale Arcavacata di Rende (CS), 15-17 settembre 2008 a cura di Gambarara e A Givigliano, Roma, Aracne, 2009;
  • Roberta Mori, Gli appartamenti, le stanze, le strade: la rappresentazione dello spazio nell’opera di Carmelo Samonà, in «Italianistica: Rivista di letteratura italiana», 32, 3, 2003, pp. 455-462;
  • Francesco Orlando, Suoni flebili e opachi, in Carmelo Samonà, Fratelli, Palermo, Sellerio editore, 2018, pp. 159-180;
  • Stefano Redaelli, Psicopat Il racconto della malattia mentale nella narrativa italiana del XXI, Losanna, Peter Lang, 2023;
  • Carmelo Samonà, Fratelli, Torino, Einaudi, 1978;
  • Carmelo Samonà, Il custode, Torino, Einaudi, 1983;
  • Carmelo Samonà, Casa Landau, Milano, Garzanti, 1990;
  • Cesare Segre, La vita, la follia, i modelli in Casa Landau di Carmelo Samonà, in «Autografo», vol. 27, 1992, pp. 21-31;
  • Cecilia Spaziani, Casa Landau (1990) di Carmelo Samonà. Disagio mentale e dinamiche di relazione Io-Altro, in «Studium», 2, apr./giu. 2024, pp. 233-243.