Sesto Fiorentino, 20 ottobre 1914 – Firenze, 28 febbraio 2005
Mario Luzi nasce il 20 ottobre 1914 a Castello di Firenze (Sesto Fiorentino). A causa dei frequenti spostamenti del padre svolge i suoi studi tra Castello, Firenze, Milano, Siena (per poi tornare a Firenze) e manifesta giovanissimo un forte attaccamento alla madre, la quale gli trasmette un autentico sentimento religioso. Precoce è anche la sua inclinazione per la filosofia agostiniana e la letteratura (Proust, Mann, Joyce), interessi poi confluiti nella sua feconda produzione saggistica e poetica.
Nella Firenze degli anni ’30 frequenta intellettuali e poeti con i quali sarà coinvolto nel dibattito intorno alla nuova ‘oscura poetica’ ermetica (Bo e Bigongiari in primis), e collabora attivamente a riviste quali «Il Frontespizio», «Letteratura» e «Campo di Marte». Nel 1935 pubblica per i tipi di Guanda la sua prima raccolta poetica, La barca, e l’anno successivo si laurea all’Università di Firenze con una tesi in Letteratura francese inerente all’opera di Mauriac.
Per problemi di salute è risparmiato dal fronte, e trascorre gli anni della guerra ad insegnare nelle scuole pubbliche, mestiere che lo terrà occupato almeno per un altro ventennio. Nel 1940 pubblica Avvento notturno, raccolta poetica emblematicamente ermetica, e due anni dopo si sposa con Elena Monaci dalla quale, nel 1943, nasce un figlio, Gianni. I versi scritti nel periodo bellico convogliano nelle raccolte Un brindisi (1944) e Quaderno gotico (1947). Nel dopoguerra si dedica al giornalismo, collaborando con testate italiane, e riorganizza la propria produzione saggistica in L’inferno e il limbo (1949). Primizie del deserto (1952) segna poi un’importante svolta: con questa raccolta poetica Luzi riceve un importante riconoscimento letterario, il premio Carducci, e si allontana dalla poetica più prettamente ermetica. Tale è l’indirizzo delle raccolte successive: Onore del vero (1957), Nel magma (1963), Dal fondo delle campagne (1965), Su fondamenti invisibili (1971), Al fuoco della controversia (1978). Con Per il battesimo dei nostri frammenti (1985) si inaugura l’ultima stagione poetica luziana, caratterizzata dall’adozione di toni più prosastici, un notevole sperimentalismo linguistico, e un più sicuro affidamento alla verità cristiana. Si ricordino, di quest’ultimo capitolo poetico, le raccolte Frasi e incisi di un canto salutare (1990), Viaggio terreste e celeste di Simone Martini (1994), Sotto specie umana (1999) e Dottrina dell’estremo principiante (2004). In questo stesso anno è nominato senatore a vita dal presidente Ciampi.
Muore l’anno dopo nella sua casa di Firenze, il 28 febbraio. Lasciami, non trattenermi, ultima raccolta, è pubblicata postuma (2009). Anche se Luzi è ricordato principalmente per la sua produzione poetica, egli fu autore anche di testi teatrali, tra cui Libro di Ipazia (1978), Hystrio (1987), la teatralizzazione del Purgatorio dantesco La notte lava la mente (1990) e Il fiore del dolore (2003). Altrettanto feconda è stata la sua produzione saggistica: l’interesse del Luzi critico verte principalmente intorno allo studio della modernità letteraria, ma ammette frequenti incursioni anche nel Trecento italiano (Dante, Petrarca).