Bologna, 5 marzo 1922 – Ostia, 2 novembre 1975
Pier Paolo Pasolini nasce a Bologna, il 5 marzo 1922, da Susanna Colussi, maestra elementare, e Carlo Alberto Pasolini, ufficiale di carriera.
Si iscrive alla Facoltà di Lettere dell’Università di Bologna laureandosi, nel 1945, con una tesi su Giovanni Pascoli.
Agli anni Quaranta risalgono i primi esperimenti letterari di Pasolini, che sfociano nella pubblicazione, ben accolta dal pubblico e dalla critica, di Poesie a Casarsa (1942). Nel 1943, a causa dello scoppio della Seconda guerra mondiale, con Susanna e il fratello minore Guido egli si trasferisce a Casarsa, in Friuli, paese d’origine della madre, dove la famiglia aveva sino a quel momento trascorso tutte le estati e dove il padre, prigioniero in Africa, li raggiungerà solo nel 1945. Dal contesto rurale e contadino di Casarsa Guido partirà per unirsi ai partigiani, perdendo la vita nel noto eccidio di Porzûs (1945).
A causa dell’accusa di atti osceni in luogo pubblico e corruzione di minori, Pasolini, nel gennaio del 1950, decide di fuggire con la madre da Casarsa per riparare a Roma. Si apre così, tra difficoltà economiche e lavori saltuari, la fase romana dell’autore che, entrato in contatto con le realtà sottoproletarie delle borgate, scrive i due romanzi Ragazzi di vita(1955) e Una vita violenta (1959). Di questo periodo è anche la raccolta poetica Le ceneri di Gramsci (1957).
Sperimentatore dei più disparati generi artistici, scrittore, intellettuale e regista, Pasolini riflette sulla poesia dialettale nelle due antologie Poesia dialettale del Novecento (1952, con Mario Dell’Arco) e il Canzoniere italiano. Antologia della poesia popolare (1955) e, nel 1953, fonda con gli amici Alberto Moravia e Alberto Carocci la rivista «Officina». Stretto nei confini di una letteratura troppo distante dal popolo, decide di volgersi al cinema. Tra i maggiori film, dunque, Accattone (1961), Mamma Roma (1962), Il Vangelo secondo Matteo (1964), Uccellacci e uccellini (1966), Edipo re(1967), Teorema (1968), Medea (1969) fino alla Trilogia della vita (Decameron, 1971; I racconti di Canterbury, 1972; Il fiore delle Mille e una Notte, 1974) e al postumo Salò o le 120 giornate di Sodoma (1976).
Nonostante la carriera da regista, Pasolini non abbandona la letteratura: agli anni Sessanta e Settanta risalgono infatti le raccolte La religione del mio tempo (1961), Poesia in forma di rosa (1964), Trasumanar e organizzar (1971) e l’avvio del postumo e incompleto Petrolio (1992). Del 1962 è poi il romanzo Il sogno di una cosa e del 1965 la sperimentazione di Alì dagli occhi azzurri. La sua intensa attività di giornalista presso il «Corriere della Sera» e sulle riviste «Tempo illustrato», «Il Mondo», «Nuova Generazione» e «Paese Sera» è raccolta negli Scritti corsari (1975) e nelle Lettere Luterane (1976).
Pier Paolo Pasolini muore di morte violenta, a Ostia, il 2 novembre 1975.